Spoleto. In vendita la residenza di caccia che ospitò Galileo Galilei

galileo galilei

Architettura barocca e storia si fondono in una residenza di caccia umbra del XVI secolo, celebre per aver ospitato lo scienziato Galileo Galilei. La proprietà, unica nel suo genere, della quale Umbria e cultura na ha già parlato in un precedente articolo, si trova nella suggestiva “Valle dei Castelli di Baiano” a Spoleto, ed è in vendita nel portfolio di Italy Sotheby’s International Realty, leader nel settore immobiliare di lusso.

Documenti storici conservati nella biblioteca di Spoleto, attestano che l’allora proprietario Benedetto Gelosi, noto mercante spoletino che fece edificare la tenuta nel 1580 e conosciuto in ambito accademico grazie alle frequentazioni con uno dei fondatori dell’Accademia dei Lincei, Giovanni Van Eck, ospitò Galileo in occasione dei suoi soggiorni al vicino palazzo di Acquasparta del Principe Federico Cesi.

Con 6 camere da letto e 10 bagni, e circondato da 95 ettari di parco privato con colline boschive, uliveti e sorgenti naturali, questo casino di caccia conserva intatta la sua disposizione originaria, su tre livelli attorno a due torri colombaie, collegate da una galleria sospesa.

Oggi di proprietà dei nobili Leonetti Luparini di Spoleto – già proprietari del palazzo in centro, oggi sede di uffici comunali – la residenza è conosciuta come Tenuta Galileo proprio per i suoi trascorsi storici e presenta diverse stanze affrescate che ne sono testimonianza, a cominciare dallo “studiolo di Galileo” al primo piano, così chiamato perché l’illustre scienziato vi dormì. Al secondo piano invece, si trovano alcune scene dalla Bibbia dipinte dallo Spagnolo.

Meticolosamente restaurata dagli attuali proprietari, la residenza presenta pavimenti originali, archi, fontane e caminetti dell’epoca in ambienti ampi e sontuosi. A completare il complesso, una cappella del XVII secolo, anch’essa decorata con affreschi.

Tenuta Galileo è oggi anche una meta turistica, aperta al pubblico durante eventi a tema che negli ultimi anni hanno coinvolto più di 50mila persone alla scoperta di questo gioiello d’arte ritrovato.

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